L'isola sotto il mare - Isabel Allende

Isabel Allende non mi ha mai deluso.
E anche questa volta è così.

Un'isola sotto il mare è il posto che tutti vorremmo raggiungere: un luogo dove non c'è dolore e non ci sono sofferenze. Un posto che vorrebbero raggiungere anche tutti gli schiavi neri che vivono nelle piantagioni di Saint Domingue, l'attuale Haiti.

Personaggio principale, come in tutti i libri della Allende è una donna, un'eroina. In questo romanzo è Tetè.
La sua storia comincia a 9 anni quando viene venduta come schiava e proseguirà tra varie vicissitudini fino alla maturità. Nel mezzo la storia di Haiti, la rivoluzione degli schiavi e i primi segnali della politica abolizionista che arriverà solo in seguito.
Teté come tutte le eroine della Allende non ha una vita semplice, ma una vita di lotta, fin da bimba.

Lotta contro il suo padrone, un uomo bianco e libero, che la violenta in continuazione e la rende madre due volte.

Lotta contro la società che la condanna perchè donna e soprattutto  mulatta.

Lotta per amore. Per amore dei figli e per amore di Gambo, suo unico e grande amore. 

La sua vita sarà segnata dalla sofferenza, fino all'ultima pagina del romanzo. Ma lei non si lascerà mai abbattere dal dolore e andrà sempre avanti.

"Perchè la sua z'etoile, la sua stella, brilla anche quando la notte è nuvolosa"

Per questo ho adorato questo libro e Tetè.
Anche quando tutto è nero, quando tutto ci sembra insormontabile, dobbiamo seguire la nostra z'etoile che brilla nel cielo.

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