Il riflesso dell'anima di Leda Muraro


Grazie ad una catena di Anobii ho avuto l’opportunità di leggere “Il Riflesso dell’anima” opera prima di Leda Muraro.

*** Attenzione: di seguito anticipazioni sulla trama (SPOILER) ***

La storia è ambientata nel 1955. Lorenzo è un giovane ragazzo di campagna che grazie ad una borsa di studio corona il suo sogno di studiare medicina all'università.
E proprio durante gli anni universitari incontra Lena, bella studentessa appartenente ad una ricca famiglia da poco trasferitasi in Italia da Parigi, con la quale vive una bella storia di amicizia, che all’improvviso si trasforma in qualcosa di più.

Entrambi vogliono fuggire dalle rispettive realtà familiari: Lorenzo vuole fuggire da una vita misera e da un padre che sembra avere come unico scopo nella vita quello di spegnere tutte le speranze di Lorenzo di migliorare la propria vita;  Lena è una ragazza dal carattere allegro e sbarazzino, oppressa però dai doveri imposti dalla sua ricca famiglia. Non ultimo il matrimonio con un fidanzato di buona famiglia impostole dal padre.

Una sera all'improvviso succede qualcosa che rovina tutto. Lorenzo respinge Lena e la costringe ad una decisione che li allontanerà. Lena parte per Parigi, pronta a non tornare più.

Il giorno dopo Lorenzo si risveglia e si ritrova nel corpo di un vecchio e in un posto che non conosce. Ci sono due donne che lo chiamano  papà e che lui non riconosce. Si trova in una bella casa elegante, ma che non ricorda. Vuole fuggire da lì. Non sa cosa sia accaduto, si sente solo, smarrito e spaventato. Sa solo che deve trovare Lena e dirle tutto. Dirle quanto la ama e chiederle scusa per averla allontanata. 
Mi fermo qui con il racconto. 

Una bella storia.
Confesso che all’inizio non mi aveva preso molto. La storia d’amore di due ragazzi di ceto sociale differente è un tema già visto molte volte. E poi ho trovato la narrazione un po’ lenta.

Ma poi… il colpo di scena del risveglio di Lorenzo in un corpo da vecchio che non riconosce più nulla mi ha incollato al libro e l’ho terminato in niente! Un salto temporale di cinquant'anni... Mi sono sentita spiazzata perché non me l’aspettavo. 
E la storia d’amore fra Lorenzo e Lena che emerge dai ricordi sempre più precisi del protagonista diventa quasi commovente.

Mi è dispiaciuto non conoscere meglio Lena, che “da adulta” non c’è, se non nei ricordi di Lorenzo e delle figlie. Ma forse ci sarebbe voluto un altro romanzo.

Il finale è bello. Poco scontato. Credo sia per questo che mi è piaciuto di più.
Tra tutti i personaggi più o meno descritti bene una citazione a parte merita Sophie. La figlia minore di Lorenzo e Lena. E' la mia preferita... non solo per il nome! 

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