I libri di giugno

Il mese di giugno è stato negativo dal punto di vista della lettura. Solo un libro e mezzo.

Mezzo perchè il libro del GDL di questo mese l'ho abbandonato. Pesante, brutto, lento e a tratti incomprensibile. Ho resistito fino al 30% del kindle poi ho preferito lasciar andare e non perdere tempo. Come dice la mia amica Lele c'è troppo in giro di bello da leggere e non possiamo perdere tempo con i libri che non ci piacciono!!! E poi.. questo mese è uscito l'ultimo libro di Maurizio De Giovanni. L'epilogo della storia del commissario Ricciardi!

1. L'opera struggente di un formidabile genio di Dave Eggers
2. Il pianto dell'alba. Ultima ombra per il commissario Ricciardi di Maurizio De Giovanni

L'opera struggente di un formidabile genio di Dave Eggers è il libro che ho abbandonato.

Questo è un libro molto particolare che narra una storia vera, nella quale si intrufola una buona dose di fiction. All'età di 22 anni Eggers rimane orfano. Dave si ritrova non solo orfano ma anche 'madre single' del fratello Cristopher di 8 anni, affidatogli dai fratelli. Dave e il fratello si trasferiscono a Berkeley dove vivono insieme in un caos fatto di cibi in scatola scaduti e attrezzi sportivi sparsi per la casa. Nei primi anni '90 Dave fonda la divertentissima (e molto hip) rivista 'Might', che diventa subito una specie di Bibbia di tendenza per i giovani di S. Francisco.

Avrei dovuto farlo sin dalla premessa ma mi sono lasciata tentare perchè volevo capire fin dove poteva arrivare l'autore. Avevo letto ottime recensioni, ma forse non è proprio il mio genere!!!


E quindi sono passata a leggere Il pianto dell'alba. Ultima ombra per il commissario Ricciardi di Maurizio De Giovanni.

Con un colpo di scena struggente il commissario Ricciardi chiude il suo ciclo.

«La paura, pensò Ricciardi. La paura, quella morsa allo stomaco e al cuore, il respiro che si fa corto, il sudore. Se hai qualcuno che ami, se qualcuno dipende da te, la paura è diversa. Cambia colore.»

Tutto il dolore del mondo, è questo che la vita ha riservato a Ricciardi. Almeno fino a un anno fa. Poi, a dispetto del buonsenso e delle paure, un pezzo di felicità lo ha preso al volo pure lui. Solo che il destino non prevede sconti per chi è condannato dalla nascita a dare compassione ricevendo in cambio sofferenza, e non è dunque su un omicidio qualsiasi che il commissario si trova a indagare nel torrido luglio del 1934. Il morto è l’uomo che per poco non gli ha tolto la speranza di un futuro; il principale sospettato, una donna che lo ha desiderato, e lo desidera ancora, con passione inesauribile. Così, prima di scoprire in modo definitivo se davanti a sé, ad attenderlo, c’è una notte perenne o se ogni giorno arriverà l’alba con le sue promesse, deve ancora una volta, più che mai, affrontare il male. E tentare di ricomporre, per quanto è possibile, ciò che altri hanno spezzato.

Credo che De Giovanni abbia fatto bene a concludere la serie e abbandonare un personaggio così particolare, prima di fargli perdere tutto il suo fascino e il suo mistero. Durante la lettura ho cercato di assaporare in ogni pagina, senza chiedermi “come” sarebbe stato l’addio. Non racconterò nulla della trama, però posso dire che trovare finalmente Ricciardi sposato con Enrica in dolce attesa è stato un momento che mi ha regalato gioia vera.
Però ... quanto ci mancherà Luigi Alfredo Ricciardi, barone di Malomonte?


 

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