Quasi due di Hamid Ziarati

Più riguardo a Quasi due
"Siamo quasi due contro uno... uno armato. Aiutaci tu, Dio!"

Ho iniziato a leggere "Quasi due" a scatola chiusa.

Mi sono fidata dell'emozione regalatami dall'altro romanzo di Hamid Ziarati: "Il meccanico delle rose", che ho amato fino alle lacrime.

E ho fatto bene a fidarmi.
"Un romanzo fulmineo, vibrante, che racconta la forza e la debolezza dell'adolescenza, quel momento irripetibile in cui il nemico è soltanto un avversario con cui condividiamo la voglia di giocare" come si legge sulla quarta di copertina.
Protagonista della storia è Darioush, piccolo "gianburrasca" iraniano. E' un ragazzino vivace, con una fantasia sviluppatissima, ben alimentata dai film americani, proibiti dal regime, ma che lui vede di nascosto con il suo amico Zal, grazie alla fornita videoteca clandestina dello zio.

La storia è ambientata in Iran. Lo Scià Reza Pahlavi è appena andato via e l'Imam  Khomeyni ha instaurato una "repubblica islamica", diventandone guida spirituale.
Subito dopo la rivoluzione, Darioush segue i fatti politici con interesse adolescenziale: è poco interessato. Preferisce i suoi colombi, gli amici e Soheila, sorella di Zal che ha rapito il suo cuore.
Poi Saddam decide di invadere l'Iran e tutto cambia. C'è la guerra ora.
Con l’entusiasmo e l’incoscienza dei suoi anni, Darioush si offre volontario per andare al fronte, sempre insieme a Zal.

E qui il racconto diventa un’altra cosa. Cambia l’ambientazione, cambia lo stile, cambia il tono del romanzo.
Dopo un inizio che non mi ha proprio convinto, la storia ti coinvolge.
Ho letto a raffica, come le mitragliatrici che accompagnano la guerra di Darioush.
E' un romanzo coinvolgente che spiega, raccontando la vita di questi ragazzi, il percorso storico e politico che ha modificato Iran e Iraq.
E' un libro attuale, che ricorda a tutti che cosa è una guerra.
E soprattutto ricorda che questi paesi in guerra sembrano lontani, ma in realtà sono molto più vicini di quanto pensiamo.

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