Donne che non perdonano, di Camilla Läckberg

"È vero, stava per uccidere un uomo, ma avrebbe anche liberato una donna. La somma algebrica delle sue azioni sarebbe stata uguale a zero. E poi un’altra persona avrebbe liberato lei".


Oggi, 25 novembre, giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne ho pensato di riprendere in mano questo blog e parlarvi di questo libro.

Due parole sul questa giornata. E' una ricorrenza che è stata istituita ormai quasi dieci anni fa, esattamente il 17 dicembre 1999, dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite tramite la risoluzione 54/134. La data che è stata scelta nel 1981 a Bogotà da un gruppo di donne attiviste, le quali si sono riunite nell’Incontro Femminista Latinoamericano e dei Caraibi. E’ una data simbolo poiché istituita in memoria di un brutale assassinio avvenuto proprio quel giorno, nel 1960. Le vittime furono naturalmente tre donne, le sorelle Mirabal, considerate delle rivoluzionarie a seguito del loro impegno nel contrastare il regime di Rafael Leonidas Trujillo, il dittatore che afflisse per oltre 30 anni la Repubblica Dominicana. In Italia, è stato solo a partire dal 2005 che la giornata ha iniziato ad essere celebrata, per lo più grazie ad alcuni centri antiviolenza e Case delle donne; in particolare, nel 2007 ben 100 mila donne hanno sfilato in una manifestazione – senza colore o patrocinio politico – contro la violenza sulle donne.


Proprio in questi giorni mi è capitato di leggere questo libro: "Donne che non perdonano" di Camilla Läckberg.
Ho adorato i suoi "gialli svedesi" e quindi quando ho visto il libro ho pensato fosse l'ultimo uscito della serie dei "delitti di Fjällbacka". Ma non era così!
Questa la storia:

Tre storie di donne che subiscono violenze.
Ingrid è felicemente sposata con il direttore del più importante magazine svedese. Ha abbandonato la sua carriera di giornalista per facilitare la carriera del marito. Scopre che il marito la tradisce e la sua vita diventa un incubo.

Viktoria è stata la donna di un importante malavitoso russo, viveva nel lusso più sfrenato, ma dopo l’uccisione del marito è dovuta scappare dalla Russia per rifugiarsi in Svezia e sposarsi con un uomo che la ha costretta ad una vita di sopraffazioni e di violenza.

Birgitta è una maestra elementare che evita di curarsi un tumore al seno per non mostrare i segni delle violenze che è costretta a subire dal marito.

La trama è molto è attuale, finalmente le donne stanno acquistando la consapevolezza e la forza di dire basta al dominio dei maschi in tutti i settori, dal lavoro alle mura domestiche.

In questo caso... un po' tirato all'eccesso le protagoniste trovano anche una soluzione "drastica" ai loro problemi. Le tre donne hanno in comune una vita rovinata dai rispettivi mariti. Decidono di ribellarsi, di porre fine alle continue violenze, di trovare una soluzione per interrompere le sofferenze. Cercano qualche idea su internet ed immancabilmente trovano un sito di aiuto e sostegno per le donne che subiscono violenze. Tutto cambierà, per loro ma soprattutto per i mariti.

Non racconto altro per non spoilerare!

Un libro è breve, l'ho letto in due "pausa  pranzo". E' scritto in modo diretto e lineare, con una trama ben congegnata anche se l'autrice in alcuni casi ha avuto qualche défaillances. Una delle tre protagoniste ammette di non saper guidare e poco dopo... è al volante del camioncino del marito!!

La violenza sulle donne purtroppo non è solo violenza fisica o sessuale. Purtroppo spesso è la
violenza psicologica che distrugge le donne.
In Italia e nel mondo subisce violenza, mediamente, una donna su tre dai 15 anni in su.

Un atto di violenza contro le donne può accadere ovunque: dentro le mura domestiche, sul posto di lavoro, per strada. Sono spesso i partner o gli ex partner a commettere gli atti più gravi.
In Italia sono responsabili del 62,7% degli stupri.
Una lunga scia di violenza che può culminare con l’estrema conseguenza: il femminicidio.
Nel 38% dei casi di omicidi di donne, il responsabile è, ancora una volta, il partner.

Sono numeri impressionanti. Troppo grandi per resta in silenzio.

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