I libri di marzo

Quattro libri finiti anche nel mese di marzo più due cominciati di cui vi parlerò però il mese prossimo.

I libri letti a marzo sono:

1. Perduti nei Quartieri Spagnoli di Heddi Goodrich
2. La scoperta della currywurst di Uwe Timm
3. Le parole di Sara di Maurizio De Giovanni
4. Nata per te: Storia di Alba raccontata fra noi di Luca Mercadante e Luca Trapanese


Avevo letto tante belle recensioni di "Perduti nei Quartieri Spagnoli". Era stato consigliati da tanti. Da quando vivo a Firenze ogni libro su Napoli mi colpisce. Questo però ... mi ha lasciato un po' di amaro in bocca. Forse le aspettative erano alte, ma la storia non mi ha preso affatto. I personaggi non mi sono piaciuti e in fondo nemmeno Napoli ne esce molto bene.

Una ragazza americana a Napoli, ma non una delle tante. Heddi, studentessa di glottologia all'Istituto Universitario Orientale, non è venuta per un rapido giro nel folclore, ma per un'immersione che la porta ad avere della città, della lingua, del dialetto una conoscenza profonda, impressionante, che nasce dall'empatia, da un bisogno di radicamento e dall'entusiasmo della giovinezza. Con una colorata tribù di studenti fuorisede e fuoricorso Heddi vive ai Quartieri Spagnoli, dove la vita nelle case antiche costa poco, si abita su piani pericolanti che sembrano calpestarsi l'un l'altro, in fuga dalla folla e dai vicoli inestricabili, costruzioni affastellate che sbucano aprendosi sul cielo e sul vulcano, in balconi e terrazzi dove è bello affacciarsi a rabbrividire, fumare e discutere. Questo romanzo, scritto in italiano letterario, tanto più sorprendente considerando che l'autrice è di madrelingua inglese, è una doppia storia d'amore: per una città e per un giovane uomo. Pietro è studente di geologia, figlio di una famiglia contadina della provincia di Avellino, gente avvinta alla terra da un legame ostinato, arcaico. A Napoli, benché il suo paese sia distante solo cento chilometri, Pietro è straniero tanto quanto Heddi. Il coinvolgimento sentimentale non vela però lo sguardo della narratrice, che considera con sguardo affettuoso ma lucido la personalità di Pietro, al tempo stesso sognatore e velleitario, diviso tra l'emancipazione rappresentata dall'amore per una ragazza così lontana dal suo mondo e il richiamo agli obblighi ancestrali della terra. Anche il ritratto della madre di lui, apparentemente fragile e depressa, in realtà custode feroce dell'ordine familiare, è di spietata esattezza. L'amore che intride queste pagine è quindi istintivo e intellettuale, complicato e semplice. È amore per le parole che compongono una vera e propria lingua del cuore, accarezzata, piegata e scolpita con una sensibilità sempre vigile. È il romanzo di quando la vita è una continua scoperta, esplorazione dell'identità altrui e ricerca della propria, di quando la scrittura incarna un atteggiamento verso il mondo pronto ad aprirsi a ogni esperienza, a godere ogni gioia, a esporsi a ogni ferita.

Per il solito GDL, il trentesimo abbiamo letto "La scoperta della currywurst" di Uwe Timm.

Nella piazza del mercato di Amburgo il baracchino della signora Brücker è famosissimo. Da anni chiunque voglia assaggiare il miglior currywurst tedesco si deve recare da lei. Ma gli anni passano e la donna è costretta, a causa dell'età, ad andare in una casa di riposo. Ed è proprio lì che la troverà un giovane, che andava a mangiare sempre da lei il saporito salsicciotto, e che si appresterà ad ascoltare una lunga storia, una storia che mescola la caduta della Germania alla fine della seconda guerra mondiale, la fuga di un soldato che non voleva andare a morire in fronte e la scoperta casuale della ricetta della currywurst. Isabel Kreitz, denominata dal giornale "Die Woche" come la "miglior disegnatrice della Germania", adatta in modo esemplare questo bel romanzo di Uwe Timm, riuscendo a rendere i tormenti di una nazione allo sbando, e della sua popolazione che cerca di ritrovare una ragione per vivere.

Il protagonista vuole ritrovare l'origine della currywurst, snack diffuso in Germania. Ma è un pretesto per Timm per raccontare una storia d'amore particolare e per parlare di politica. Molto descrittivo e molto molto lento. Non sono riuscita a farmelo piacere anche se ho letto recensioni positive ovunque.

Terzo libro letto è "Le parole di Sara" di Maurizio De Giovanni.

Due donne si parlano con gli occhi. Conoscono il linguaggio del corpo e per loro la verità è scritta sulle facce degli altri. Entrambe hanno imparato a non sottovalutare le conseguenze dell'amore. Sara Morozzi l'ha capito molto presto, Teresa Pandolfi troppo tardi. Diverse come il giorno e la notte, sono cresciute insieme: colleghe, amiche, avversarie leali presso una delle più segrete unità dei Servizi. Per amore, Sara ha rinunciato a tutto, abbandonando un marito e un figlio che ha rivisto soltanto sul tavolo di un obitorio. Per non privarsi di nulla, Teresa ha rinunciato all'amore. Trent'anni dopo, Sara prova a uscire dalla solitudine in cui è sprofondata dalla scomparsa del suo compagno, mentre Teresa ha conquistato i vertici dell'unità. Ma questa volta ha commesso un errore: si è fatta ammaliare dagli occhi di Sergio, un giovane e fascinoso ricercatore. Così, quando il ragazzo sparisce senza lasciare traccia, non le resta che chiedere aiuto all'amica di un tempo. E Sara, la donna invisibile, torna sul campo. Insieme a lei ci sono il goffo ispettore Davide Pardo e Viola, ultima compagna del figlio, che da poco l'ha resa nonna, regalandole una nuova speranza.

De Giovanni ha ben abituati i suoi lettori con la serie dei Bastardi di Pizzofalcone e con le storie del Commissario Ricciardi. Scritto molto bene come al solito ma la scena è scialba e piatta pochissima tensione. Molto lento nella prima parte poi sicuramente più scorrevole. Più che un libro sembra però la sceneggiatura di una fiction televisiva. Mi sa che anche De Giovanni si è piegato alla tv e presto vedremo la serie di Mora e di Bionda.


Ultimo libro del mese è "Nata per te: Storia di Alba raccontata fra noi" di Luca Mercadante e Luca Trapanese. Un libro che racconta una storia delicatissima.

Alba ha la sindrome di Down e appena nata è stata lasciata in ospedale. Trenta famiglie l'hanno rifiutata prima che il tribunale decidesse di affidarla a Luca Trapanese. Gay, cattolico praticante, impegnato nel sociale: con lui è stato inaugurato il registro degli affidi previsti dalla legge per i single. Ma Luca non è spaventato. Di battaglie ne ha combattute tante, conosce il dolore e ha imparato a trasformarlo, abbattendo muri e costruendo spazi di solidarietà. Il suo non è un gesto caritatevole: vuole semplicemente una famiglia. E per difenderla consegna la sua storia a un altro padre, che ha la sua età e il suo stesso nome, ma non potrebbe essere più diverso. Luca Mercadante è ateo e favorevole all'interruzione di gravidanza. Ed è convinto che la paternità passi per il sangue prima che per l'accudimento. Cosa resta del padre quando è privato anche di qualcuno che possa raccogliere la sua eredità intellettuale? Dal racconto della vicenda di Alba, tra difficoltà pratiche, momenti di sconforto e molta gioia, affiorano inattese le ragioni di una scelta importante e fortissima.

Avevo seguito la storia di Luca e Alba sui social. Mi aveva molto colpito la forza di questo giovane ragazzo. Leggendo il libro ho scoperto che abbiamo più o meno la stessa età e abbiamo frequentato per un po' la stessa Parrocchia. Chissà se magari non ci siamo anche incrociati.
La storia è bella, dolce e delicata, meno il modo di scrivere di Mercadante. Spesso ho avuto l'impressione che fosse più protagonista del protagonista. E' comunque un libro meraviglioso che tutti dovremmo leggere, soprattutto in questo  determinato periodo, pieno di rabbia e di odio.

Per il 31 GDL sto leggendo un "libro di montagna": Cometa sull'Annapurna di Simone Moro. Dopo aver letto tempo fa Aria Sottile di Jon Krakauer, questa volta ci siamo buttate sull'Annapurna!

Parallelamente sto leggendo anche Tempi glaciali di Fred Vargas. Finalmente ritrovo il mio amato commissario Adamsberg! Ma ve ne parlerò nei libri di aprile.


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