Ho sognato la cioccolata per anni

In due notti l'ho letto.





Una storia vera, agghiacciante. Il titolo può trarre in
inganno… ma già dalle prime pagine…si capisce che è un libro che colpisce come
un "pugno nello stomaco".



Nella semplicità del suo racconto autobiografico, Trudi
Birger ci guida tra le atrocità e le sofferenze dell`Olocausto per svelarci la
forza della speranza che non si arrende, dei sogni che si rifiutano di morire,
degli affetti che ci tengono in vita.





E’ la storia di una bambina che all'improvviso si trova
rinchiusa nel ghetto di Kosvo prima di finire nell`infamante campo di
concentramento di Stutthof, in Polonia.




A cinquant'anni di distanza, l’autrice ha avuto il coraggio
di ripercorrere l'esperienza che le ha sottratto l’infanzia e l’adolescenza,
che le ha distrutto gran parte della famiglia e che le ha lasciato un segno
indelebile sul braccio, nel cuore e nell'anima.

Racconta che dopo l'esperienza devastante del campo di
concentramento non è più riuscita a sorridere.





Oggi la sua vita è dedicata alle persone più povere di Gerusalemme, sia
ebrei che palestinesi. Ha dato vita al DVI (Volontari Dentisti per Israele) per
insegnare ai bambini una corretta igiene orale e garantirgli cure dentistiche
gratuite.



Finito il libro ho passato un’oretta buona a pensare a
quello che avevo letto… sembra davvero di vivere con la protagonista tutte
quelle tragiche avventure…





Un tazza di cioccolata calda è il sogno ricorrente di questa
bambina che invece è costretta a mangiare zuppa di bucce di patate … e si
ritiene fortunata se nel brodo trova davvero una buccia!!!!

Un’immagine più delle altre è rimasta nella mia mente… Trudi
è al campo di concentramento.. in fila con altre donne …che vengono gettate
VIVE nei forni crematori …



Nella stanza continuavano a entrare nuove vittime, che
mi spingevano in avanti, verso i forni... Afferravano le donne in qualche modo
e le spingevano dentro con la testa in avanti. ...Tutte aspettavano senza
gridare, senza dibattersi...



...Quando vidi che stava arrivando il mio turno, mi raggelai. Diventai come
le altre, di pietra: non avrei gridato, né mi sarei dibattuta quando quelle
rozze mani mi avessero afferrata. Non avrei fatto nulla per ricordare a quei
feroci criminali che ero un essere umano...



Nessuno potrà mai comprendere la gravità di quello che è
successo… nessuno potrà mai veramente comprendere  il dolore che attanaglia un sopravvissuto…
Solo chi ha vissuto la stessa esperienza può realmente comprendere … ma leggendo
questo libro possiamo sicuramente “comprendere” che questi avvenimenti NON
devono essere dimenticati!!!

MAI

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