Mamma

Fare la mamma è una roba difficile, per stomaci forti.
Quando sei incinta, non sei più padrona del tuo corpo: dentro di te tuo figlio pretende attenzioni, riposo, cibi sani, risate, serenità e tu non sei tu, tu sei il tuo pancione, tu sei una pancia che cammina e che attrae gli sguardi di tutti, e le mani di tutti, e le considerazioni (stupide) di tutti: 

lo sai che se la pancia è bassa è un maschio?
lo sai che se mangi le cipolle il bambino piange?
lo sai che non dovresti guidare la macchina?
Poi il bambino nasce e tu non sei nemmeno più la pancia che lo conteneva: adesso sei l'attrice non protagonista, quella che nemmeno appare sulle locandine, quella di cui nessuno ricorda il nome. E così, anche se hai ancora il sedere grande come una portaerei, entri in una stanza e diventi improvvisamente invisibile: nemmeno tua madre si ricorda di te, e finisci a far da tappezzeria in casa tua, mentre amici e parenti ti strappano il neonato dalle braccia e se lo rimpallano come un pallone da rugby.
Per fortuna c'è sempre qualcuno che sa fare la mamma meglio di te: 
ma lo sai che lo vesti troppo o troppo poco? 
ma lo sai che il tuo latte non è buono? 
ma lo sai che quando il bambino è stitico devi usare il gambo del prezzemolo?
Ma una mamma lo sa. Una mamma sa tutto.
Una mamma sa che il legame tra lei e il suo bambino è intenso e profondo e atavico. E' un legame che nasce da un odore, dal contatto di pelle, da un suono. Un legame che nasce dai tessuti, dai pori, dalle cellule, un legame desossiribonucleico.
Perchè una mamma è mamma tante volte: quando appaiono le due lineette rosa sul test di gravidanza, quando partorisce, quando allatta, quando cambia un pannolino, quando prepara il primo brodino, quando insegna a suo figlio a ridere, a camminare, a parlare, a correre, ad essere una persona.
Una mamma rinasce durante ogni tappa di crescita del proprio bambino.
E quando il neonato è diventato un bimbo grande, una mamma rinasce di nuovo, perchè sa che suo figlio non le appartiene, e che adesso appartiene al mondo a cui lei lo ha consegnato.
Per questo accompagni tuo figlio all'asilo trattenendo le lacrime. Felice di riprenderti la tua vita, impaziente di riavere il tuo tempo e il tuo lavoro, ma terrorizzata al pensiero che, da oggi in poi, tuo figlio farà qualcosa senza di te, avrà una sua vita che tu non sempre conoscerai, imparerà cose che forse non condividerete.
Tu sei lì e gli stringi la mano, davanti al cancello della scuola, non per fargli forza, ma per fare coraggio a te stessa. E certe volte, poi, senza dirlo a nessuno, tornerai a casa piangendo perchè sai che stai facendo la scelta giusta, ma senti ancora nelle orecchie il suono ostile di tante parole vuote: 
lo sai che un bimbo dovrebbe stare con la mamma fino a 3 anni? 
lo sai che all'asilo i bambini si ammalano sempre? 
perchè non lasci il bambino con tua suocera invece di portarlo al nido? 
lo vedi che tuo figlio si ammala perchè tu ti ostini a mandarlo a scuola? 
lo vedi, piccolo, che la mamma è cattiva perchè ti manda a scuola? 
ti importa più la tua carriera di tuo figlio?
Ma tu sei una mamma, e sai che la vita è questo dare la vita senza chiederla in cambio.
Sai che come mamma rinascerai ancora e ancora ogni giorno, ad ogni tappa, in ogni nuova conquista.
Sai che tuo figlio certi giorni piangerà in braccio alla maestra, ma sai anche che l'amore non viene annacquato dalla distanza. Imparerai ad essere una nuova mamma, rinascerai ancora una volta in questo gioco di distacchi e incontri.
Perchè pensavi che l'asilo avrebbe cambiato la vita di tuo figlio. E invece, poi, scopri che ha cambiato la tua.
E tu così rinasci una volta ancora, rinasci nuovamente mamma.

Commenti

  1. Che bel post Imma, riassume tutto e fa pensare a tutto quello che ogni mamma porta nel cuore. Grazie.

    RispondiElimina

Posta un commento

mi fa piacere sapere che cosa ne pensi...

Post popolari in questo blog

Il Bosco di Bengtsson di Renato Parolin

Regala un libro per Natale: la conclusione.

"La Principessa di ghiaccio" di Camilla Läckberg.