I libri di Agosto

Tempo di vacanze che per me non c'è quest'anno! Sofia ha tolto il gesso il 7 agosto e ha iniziato subito la fisioterapia quindi un po' per questo, un po' perchè la voglia di andar fuori proprio non c'è siamo rimasti a casa.. 

Le letture di questo mese si sono tenute sui ritmi della pandemia causa un po' insonnia e soprattutto perchè ho scoperto dei libri che mi hanno colpito tanto.

Questi sono i libri di agosto. 

1) Sangue sporco di Enrica Aragona
2) Il gioco della devozione di S.R. Masters
3) L'enigma della camera 622 di Joël Dicker
4) Il dolore perfetto di Ugo Riccarelli
5) Il concerto dei destini fragili di Maurizio De Giovanni
6) Le spose sepolte di Marilù Oliva
7) Morti ma senza esagerare di Fabio Bartolomei
8) Gli amanti di vico san Severino di Nicola Manzò 

Più uno che non si può dire perchè è un segreto segretissimo.

Il primo, Sangue sporco di Enrica Aragona, l'ho scoperto seguendo un gruppo di Facebook. Ho letto un post triste dell'autrice e ho letto tutti i commenti al post... mi hanno colpito talmente tanto che ho deciso di leggerlo. E bene ho fatto. 

Roma, fine anni Settanta: un quartiere appena nato che confina con l'inferno, il sogno della casa popolare che diventa subito incubo. Scilla ha quattro anni quando, sul volto di suo padre, vede disegnarsi la rabbia per la vita che li attende. Ma in un luogo dove ognuno ha un dolore a cui sopravvivere, in uno spazio di abbandono che contamina chi ci vive fino a distruggerlo, c'è anche Renata. Ed ecco che quello spazio si dischiude, poco a poco, e quei palazzoni fatiscenti diventano lo scenario in cui nasce e cresce un rapporto fatto di amicizia, desiderio e paura, un rifugio in cui Scilla e Renata si nascondono da una realtà dove nei vasi fioriscono le siringhe e il riscatto si porta sempre dietro la colpa. Perché dove non ci si può permettere di sognare, la vita corrode ogni legame, separa i destini, allontana le persone. Ma lascia, comunque, la speranza di potersi salvare.

Un libro bellissimo. Dolcissimo e duro. Un libro che mi ha preso tanto da leggerlo in pochissimo tempo. Un libro che consiglio davvero. Una volta iniziato difficilmente lo abbandoni. Ti prende e ti fa affezionare alla protagonista. Una storia che difficilmente uscirà dalla testa e dal cuore.

sul sito de Il Libraio ho letto una bella recensione di Il gioco della devozione di S.R. Masters. Da un po' non leggo un "bel" thriller per cui, convinta dalla recensione, l'ho iniziato.

Gli unici rumori che si sentono sono lo scoppiettare del fuoco e il lento respiro del mare. Adeline, 
Rupesh, Steve, Jen e Will sono seduti intorno al falò e fanno un gioco. Un gioco, chiamato «Devozione», per giurarsi amicizia eterna come si può fare solo a quindici anni. Un gioco innocente finché Will non mette tutti alla prova chiedendo se resterebbero suoi amici nel caso diventasse un serial killer e descrivendo, per alzare la posta, il modo in cui ucciderebbe le sue vittime. Un silenzio... pieno di parole gela l’aria. Ma subito una risata smorza la tensione: è il solito Will, con la sua voglia di scherzare in ogni occasione. Nulla di più. Eppure, quindici anni dopo, due persone vengono uccise proprio nel modo in cui l’amico aveva immaginato. E Will sembra scomparso nel nulla. Solo Adeline, Rupesh, Jen e Steve sanno quello che è successo quella sera d’estate di tanti anni prima. Solo loro possono collegare gli indizi e puntare il dito contro Will. Un loro amico. Fino a che punto si può restare fedeli a un legame di amicizia? Fino a che punto uno scherzo rimane tale? Fin dove può spingersi la fantasia senza sconfinare nella realtà? La soluzione è nelle loro mani. Ma devono fare in fretta, perché un nuovo gioco è cominciato. Un gioco molto più pericoloso, in cui non ci sono regole. Un esordio che è stato un grandissimo successo del passaparola, osannato dai librai indipendenti. Un romanzo che spiazza sin dalle prime pagine. Una storia sul valore delle parole, delle promesse, della fedeltà. Una storia in cui nulla è come ci si aspetta anche se la verità è alla portata di tutti.

Un bel thriller davvero. Da leggere tutto d'un fiato

Su suggerimento di mio fratello ho letto L'enigma della camera 622 di Joël Dicker.


Un fine settimana di dicembre, il Palace de Verbier, lussuoso hotel sulle Alpi svizzere, ospita l'annuale festa di una importante banca d'affari di Ginevra, che si appresta a nominare il nuovo presidente.
La notte della elezione, tuttavia, un omicidio nella stanza 622 scuote il Palace de Verbier, la banca e l'intero mondo finanziario svizzero.
L'inchiesta della polizia non riesce a individuare il colpevole, molti avrebbero avuto interesse a commettere l'omicidio ma ognuno sembra avere un alibi; e al Palace de Verbier ci si affretta a cancellare la memoria del delitto per riprendere il prima possibile la comoda normalità.
Quindici anni dopo, un ignaro scrittore sceglie lo stesso hotel per trascorrere qualche giorno di pace, ma non può fare a meno di farsi catturare dal fascino di quel caso irrisolto, e da una donna avvenente e curiosa, anche lei sola nello stesso hotel, che lo spinge a indagare su cosa sia veramente successo, e perché, nella stanza 622 del Palace de Verbier.

Anche questa volta Dicker mi ha stupito. Dopo aver letto "La verità sul caso Harry Quebert" non mi aspettavo un grande libro. Infatti all'inizio ho avuto molte difficoltà. Ero già pronta a dare un giudizio negativo.
Poi all'improvviso ... la storia ha preso il via. 
Praticamente ci sono due storie in una, cosa che incuriosisce quindi si legge molto in fretta.
I personaggi sono interessanti ma se proprio devo fare un appunto che ho già fatto in Harry Quebert ... Dicker non gli dà abbastanza spessore: carattere e interazioni tra i protagonisti restano sempre in superfice e non si svelano mai del tutto.

E' comunque un bel libro da leggere!

E' del mese di Agosto ... uno dei più bei libri mai letti. 
Leggetelo se vi piace leggere, ma leggetelo anche se la lettura non è la vostra passione. 
Sto parlando di Il dolore perfetto di Ugo Riccarelli

Due storie di famiglie parallele, ma destinate a incontrarsi. Quella del Maestro, giovane anarchico che arriva da Sapri, alla fine dell'Ottocento, per insegnare in un paesino della Toscana, dove si stabilirà avendo dalla vedova Bartoli numerosi figli dai nomi emblematici: Ideale, Libertà e Cafiero. E quella di Rosa e Ulisse Bertorelli, commerciante di maiali, da cui nasceranno Annina e Achille. L'amore tra Annina e Cafiero è solo un momento dell'intreccio di vicende pubbliche e private, realistiche e fantastiche, che l'autore costruisce in questo romanzo, epopea di drammi e di ideali, di personaggi all'altezza dei grandi sommovimenti della storia.

Splendido, delicato. Soffri, speri, ti commuovi e gioisci co i personaggi. Scritto in maniera impeccabile, mai noioso o pedante, una storia avvincente. E' un libro toccante senza scadere nel melenso.


Mi piace Maurizio De Giovanni e ho letto tutti i suoi libri. In questo libro: Il concerto dei destini fragili uscito all'inizio del mese si tratta un tema purtroppo attuale: il Covid e il difficile periodo del lockdown.

Il dottorino, l’avvocato, la donna dell’Est che fa la domestica. Tre persone che potrebbero non incontrarsi mai, non hanno nulla in comune. L’avvocato è immerso in una vita da privilegiato e nel rimpianto di un unico amore perduto. La donna lotta per la sopravvivenza e per offrire un futuro migliore a sua figlia. Il dottorino vive per il lavoro, una vocazione che gli è costata il sogno di una famiglia. Fino a che la realtà non si capovolge e queste tre persone qualcosa in comune ce l’hanno. Una cosa piccolissima, invisibile. Che cambia le carte in tavola per ciascuno in modo diverso, portando in superficie la trasgressione, la disperazione, il coraggio.
Questa è la storia dell’intreccio dei loro destini ma è anche molto di più: è una profonda ricognizione nel mistero della mente messa a confronto con l’amore e la paura, con la responsabilità e la morte.
Il romanzo di Maurizio de Giovanni sorprende e commuove per la sua intensità letteraria e umana. Perché le vite di questi tre personaggi sono le nostre e questa storia parla di noi. Dei dilemmi che segnano ciò che siamo, dei fantasmi che abbiamo dentro, della forza di cui siamo capaci quando decidiamo di affrontarli.


Più che un libro è un racconto che si legge in meno di un’ora. Finisce così, di colpo e ci si aspetterebbero almeno altrettante pagine. Forse era meglio fare come Antonio Manzini che il suo racconto lo ha regalato ai lettori e non farlo pagare. Questa volta De Giovanni non mi è piaciuto proprio... 




 

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