Il Perdono come via della pace

Ci sono cristiani che pensano di poter fare a meno del perdono e non avvertono l’urgenza di confrontarsi con la verità del Vangelo.
Essi tentano di svuotare e rendere innocue, perché non turbino il loro modo di vivere, parole come: "Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano" (Lc 6, 27).
Tali parole, per queste persone, risuonano quanto mai difficili da accettare e da tradurre in coerenti comportamenti di vita. Sono, infatti, parole che, se prese sul serio, obbligano ad una radicale conversione.
Invece, quando si è offesi e feriti, si è tentati di cedere ai meccanismi psicologici dell’autocompassione e della rivalsa, ignorando l’invito di Gesù ad amare il proprio nemico.
Eppure le vicende umane d’ogni giorno mettono in luce, con grande evidenza, quanto il perdono e la riconciliazione siano irrinunciabili per porre in essere un reale rinnovamento personale e sociale... L’unica via della pace è il perdono. Accettare e donare il perdono rende possibile una nuova qualità di rapporti tra gli uomini, interrompe la spirale dell’odio e della vendetta e spezza le catene del male, che avvincono il cuore dei contendenti. Amare chi ci ha offesi disarma l’avversario e può trasformare in un luogo di solidale cooperazione anche un campo di battaglia... E una sfida, questa, che concerne le singole persone, ma anche le comunità, i popoli e l’intera umanità».
GIOVANNI PAOLO II, Messaggio del 7-1-2001).

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