La telefonata che non vorresti mai ricevere
6 luglio. Ore 15 e qualche minuto. Squilla il mio cellulare ma non posso rispondere.
E' l'allenatrice di ginnastica di Sofia nonchè educatrice dei centri estivi che sta frequentando.
Vorrà disdire l'appuntamento che abbiamo nel pomeriggio?
Due minuti, richiamo. Occupato.
Richiamo. Occupato.
Una sensazione strana comincia a prendermi... chiamo mio marito. Occupato.
Finalmente mi richiama: "non ti preoccupare, Sofia sta bene, ma ho dovuto chiamare l'ambulanza".
Non sono caduta perchè ero seduta. Le mie colleghe si sono preoccupate per il mio pallore improvviso.
"Aspetta ti passo Sofia"
"Mamma aiutami... mamma per favore non riattaccare!".
Tempo 10 minuti ed ero al Meyer. Sono arrivata prima io dell'ambulanza.
Si aprono le porte e vedo Sofia in barella completamente bardata: collare, cinta al bacino, braccia bloccate. Sorride. Sorrido anche io.
Iniziano così 3 giorni in cui non ho dormito o quasi, non ho mangiato o quasi. Solo tornata a casa ho avuto la "tranquillità" di realizzare e di nascosto piangere.
"Mamma, è una brutta frattura scomposta ed esposta del gomito. Per bendarla e fare la radiografia dobbiamo sedarla un pochino"
Non una, due volte.
"Deve operarsi subito. Facciamo il tampone a lei e alla bambina e poi vi mettiamo in reparto".
Passa il tempo, siamo in DEA. Enrico non può entrare. Comunichiamo con Whatsapp.
Finalmente alle 20.00 arriva il risultato del tampone e ci ricoverano in reparto.
Alle 22 arriva l'anestesista: "scusa ti come ti chiami?" - "Mi chiamo Silvia" - "Silvia io ho paura. Ho detto HO PAURA!!!"
Amore mio, sapessi la tua mamma quanta ne ha ma non può dirtelo!!!
Andiamo in sala operatoria alle 22.30. Enrico può darle un bacio prima di entrare. Io entro con lei e la lascio solo quando è addormentata.
Un'ora. Un'ora e mezza. Quasi due ore. Poi finalmente esce il chirurgo. Tutto bene. Tiro finalmente un sospiro di sollievo.
Ritorniamo in camera. Lei dorme, ma io non ci riesco. Continuo a guardarla respirare.
Martedì potremmo essere in uscita, ma il chirurgo mi spiega che purtroppo in sala operatoria c'è stato qualche piccolo problemino "abbiamo perso il polso radiale, può capitare in questo tipo di fratture, ma preferiamo tenere Sofia un altro giorno in osservazione."
Per questo restiamo tutto il giorno. L'effetto dell'anestesia comincia a finire e si svegliano i dolori. Alterniamo momenti in cui si sta bene ad altri in cui dobbiamo chiamare l'infermiera per avere un antidolorifico.
Gesso fino al 7 agosto, quando faremo il controllo.
"Mamma e non è detto che non glielo rimetteremo, dobbiamo vedere la radiografia dopo un mese"
Nell'attesa di uscire contatto il mio amico fisioterapista di fiducia che "ci aspetta appena toglieremo il gesso"!!
Sofia si lamenta tanto. La mano e la spalla sono davvero tanto gonfi. L'infermiera del reparto non è tanto convinta, così sollecita un ulteriore controllo dell'ortopedico.
Andiamo in ambulatorio. Tagliano e aggiustano il gesso alla spalla e alla mano, tra pianti e dolori.
Finalmente torniamo a casa.
Non sarà un'estate tranquilla. Ma il peggio è passato.
Ho perso 10 anni di vita... ma abbracciarla nel lettone mi ha rimesso in pace con me stessa. E finalmente posso dar sfogo alla paura e piangere silenziosamente.
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