Letture di maggio


 A maggio, complice un viaggio in treno andata e ritorno da Napoli, un po' di giorni senza marito in cui mia figlia mi ha costretto ad andare a letto presto, il risultato delle mie letture è questo:

1) Il figlio del padre di Víctor del Árbol 4/5

Non ricordo dove ho visto per la prima volta questo libro. Credo fosse in un post di Maurizio De Giovanni su Facebook. Mi aveva colpito molto il consiglio. 
Ho iniziato il mese con questo libro che è davvero bellissimo. Di base è un thriller che trae qualche ispirazione dalle opere di Márquez; infatti è anche citato ad un certo punto della storia.
Racconta una saga famigliare, in cui ogni personaggio ha una sua caratterizzazione molto precisa: un’etichetta che lo segna per tutta la durata della vita. Il protagonista Diego Martín uccide un uomo: i fatti sono chiari. Quello che invece scopriamo man mano sono le motivazioni che spingono il tranquillo e scialbo professore universitario a compiere quel gesto. 400 pagine che volano via in niente, ma che lasciano dentro mille pensieri e mille tormenti.

2) C'è un cadavere al Bioparco di Walter Veltroni 3/5

La fine del secondo libro, quello del bambino scomparso, mi aveva lasciato un po' di curiosità. Quindi sono passata al terzo: un cadavere abbandonato nel rettilario del Bioparco, il giardino zoologico di Roma, un bel rompicapo, Come ci è finito il corpo dentro la teca di una anaconda? La trama di per sé è poco attendibile. E soprattutto la storia non coinvolge molto. I personaggi "sempre gli stessi" non danno nulla di nuovo. Ma nel finale ... qualcosa accade e ti spinge a leggere il successivo. 

3) Vincenzina ora lo sa di Rosi Selo 4/5

Siamo a Bagnoli, Napoli. È il 1975. Ci vuole coraggio per fare la capofamiglia e Vincenzina fa quello che deve fare: entrare "int‘o cantiere" e portare avanti la famiglia, lei che è la più grande. Lei che però ha tanti sogni. In un primo momento prendono il sopravvento la rabbia e il dolore.
Poi arrivano la forza e il coraggio di cambiare, di lottare per dare dignità ad un lavoro che "uccide" gli operai, in tutti i sensi.
A Bagnoli, all'Italsider conosce la sorellanza. Con le colleghe conosce quel sentimento di unione e di amicizia che non ha trovato all'Università, dove era sempre "la figlia dell'operaio". E' un romanzo meraviglioso. La storia è molto forte, le avventure della sorella di Vincenzina mi hanno turbato parecchio, visto che ho una figlia in piena preadolescenza. Dopo aver letto L'albero di mandarini, aspettavo con ansia un nuovo libro di Rosi Selo e l'attesa non è andata delusa.

4) Buonvino tra amore e morte di Walter Veltroni 4/5
Questo è l'ultimo in ordine di uscita. ma credo non sarà l'ultimo della serie. Forse il migliore tra i quattro. Dopo l’attentato subito da Veronica proprio nel giorno del loro matrimonio, il commissario Buonvino indaga per capire se, colpendola, gli ignoti criminali hanno voluto mandare un segnale a lui o se nella vita di sua moglie si nasconde qualcosa che giustifichi una vendetta tanto efferata. Nel frattempo un altro omicidio "sconvolge" la tranquillità del commissariato di Villa Borghese: viene ritrovato il corpo di un uomo crivellato di proiettili, come se si fosse ritrovato davanti a un plotone d’esecuzione. Mentre la moglie, in coma, lotta tra la vita e la morte, nel commissario nasce presto il sospetto che quelle due vicende possano essere legate da un filo invisibile.

5) Leggero il passo sul tatami di Antonietta Pastore 5/5

Il libro che la mia "amica di letture" mi aveva promesso è arrivato. Una meraviglia. La conoscenza della Pastore della cultura giapponese, così diversa dalla nostra è pazzesca. Racconta i suoi sedici anni trascorsi in Giappone e ci permette di entrare nella vita giapponese in punta di piedi: è la scoperta graduale di un mondo che risulta incomprensibile al primo impatto, ma che diventa a poco a poco parte dell'autrice e quindi anche del lettore. Letto tutto d'un fiato, mi sembrava di vivere con lei ogni sua esperienza.  Nel racconto viene fuori la sua conoscenza profonda degli animi, della cucina, della lingua, della letteratura giapponese, che ci permette di entrare in un nuovo mondo, lasciando fuori tutti i pregiudizi e i luoghi comuni.

6) Le ricette perdute del ristorante Kamogawa di Hishashi Kashiwai 3/5

L'idea di per sé, non sarebbe male: ritrovare quel piatto che risveglia il tuo ricordo.  Tutti noi vorremmo rivivere "il piatto della nonna", ma non sarà mai buono come quello.
Nel ristorante Kamogawa ci provano. Lui cuoco, la figlia un po' investigatrice, un po' psicologa, ti fa parlare per scoprire come un tempo veniva preparato quel piatto.
Carina come idea, ma letto un racconto, letti tutti! Alla fine la storia è quasi sempre la stessa e diventa un po' noioso.  

7) Fame d'aria di Daniele Mencarelli 3/5

Avevo già letto un libro di Mencarelli, "Tutto chiede salvezza", e mi era piaciuto tanto. 
Questo un po' meno, per la verità. E' una storia che tratta un tema drammatico: la vita con un figlio autistico. Da mamma l'ho sentito molto. C'è tanta verità in questo romanzo: le difficoltà di un genitore nella vita quotidiana del figlio, l'indifferenza del mondo esterno, istituzioni comprese.
Fa riflettere. Ed è davvero duro. Fino in fondo. Piccolo SPOILERun barlume di "vita" e di speranza che la situazione possa essere diversa si intravede quando compare il personaggio di Gaia; ma il barlume di accende e si spegne immediatamente. Peccato.

8) Stupori e tremori di Amélie Nothomb 3/5

Io adoro la Nothomb. Questo non è per me tra i suoi romanzi migliori, ma vale sempre la pena leggerlo!
Racconta la sua esperienza autobiografica, giovane ragazza belga che ha vissuto in Giappone nell’infanzia, e che nel 1990 riesce a farsi assumere come traduttrice in una grande azienda giapponese. Vive un'esperienza durissima: da traduttrice fu declassata a guardiana dei servizi igienici.

Nonostante le sue competenze, finisce schiacciata nel rigido meccanismo gerarchico dell’azienda giapponese, fatto di formalismi completamente estranei alla logica occidentale. Da quando mi sono avvicinata alla cultura orientale giapponese, un po' riesco a comprendere certi formalismi, ma diciamo che sono proprio lontani dalla nostro cultura europea.
Si comincia già dal titolo: "Stupore e tremori": si riferisce all’atteggiamento che dovevano tenere le persone ammesse al cospetto dell’imperatore. La "denuncia" è che l’etichetta giapponese impone alle persone non solo un preciso comportamento, ma addirittura di provare determinate emozioni in determinate circostanze. Tipico giapponese!

9) La famiglia Fang di  Kevin Wilson 4/5

E' indubbiamente un romanzo molto particolare. Me l'ha consigliato la mia amica lettrice, per cui l'ho iniziato "a scatola chiusa" All'inizio è un po' lento. Ho fatto fatica , ma bastano un paio di capitoli per innamorarsi di B (Buster)!
Al centro della storia ci sono l'arte nelle sue forme più estreme e non so perchè ma mi ha fatto pensare a  Marina Abramović. 
La famiglia Fang è una "famiglia sgangherata", sono artisti fanatici e un po' hippy. Ognuno di loro ha un senso dell'arte personale e intima.
Il finale me lo aspettavo così, ma ho provato amarezza per ... non dico altro!!!

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